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  ORA ET LABORA !  



 MONACI BENEDETTINI SILVESTRINI
 Bassano Romano (VT)


AUGURI DAL CHIOSTRO
Buon Natale 2009



In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito direUno dei presepi del monastero; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso.

Si ripete ancora una volta in tutta la sua realtà l’evento più importante della storia: Dio stesso, l’onnipotente, incarna il suo Figlio unigenito nel seno di una vergine immacolata per poi immergersi nella vita del mondo, nella vita di ogni uomo, di ognuno di noi. Egli appassionatamente si mette alla ricerca dell’uomo, che ha deturpato con il peccato la sua primitiva bellezza e la sua gloriosa identità iniziale. Assume la nostra natura unendola alla sua divinità. Vuole così riportare la purezza e il candore dove si erano malamente persi. L’uomo nuovo, Gesù, nasce per noi, nasce tra noi. Egli viene e ci coglie nella realtà delle nostre umane attuali situazioni: ci aveva creati belli e puri, ci ritrova inquinati dal male e abbruttiti dal peccato. Come creatore e signore egli si era compiaciuto del fascino che emanava dallo splendore del suo creato; si beava particolarmente specchiandosi nell’uomo, la sua creatura prediletta, creata a sua immagine e somiglianza. Ora la natura soffre e geme per le gravi ferite inferte dall’uomo, si agita e si ribella all’insane violenza. Cerca di scrollarsi di dosso le pesanti scorie che la deturpano. L’uomo nella sua stoltezza non si avvede del male che fa e del male che l’avvolge e lo minaccia. Non assomiglia più al suo creatore: inebriato da fatue grandezze e da assurde presunzioni non riesce più a cogliere i segni divini sempre adorni di purezza, di semplicità e di umiltà. Dio si umilia nella carne, rinuncia alla sua divina grandezza, alla sua onnipotenza, si assoggetta agli uomini fino all’ignominia della croce per far splendere Uno dei presepi del monastero tutto il suo sconfinato amore, gli uomini invece si esaltano, si inebriano di fragili grandezze, non comprendono l’umiltà di Dio, non comprendono l’amore che perdona, manifestato nell’incarnazione del Verbo, nella fragilità di un bambino che nasce in una stalla da una umile fanciulla. La superbia sta diventando il tetro sepolcro e la fossa infernale degli uomini e ci sta causando una grave forma di interiore cecità. Il buio si addensa e le tenebre resistono alla luce come mai. Dalla grotta arriva un monito importante, decisivo per tutti noi. Dio si è fatto come noi per farci come Lui. Si è umiliato e si rivela ai piccoli, si fa vedere dai puri di cuore, dalle anime semplici, dagli umili e dai poveri che fanno spazio alla luce della fede mortificando l’orgoglio assurdo della fioca ragione. La vergine Madre ci invita a prostrarci dinanzi al suo Bambino, vero uomo e vero Dio. È stato concepito per opera dello Spirito Santo nel suo seno verginale. Gesù il Figlio di Dio, è nostro fratello. È venuto per salvarci, per farci conoscere l’amore di Dio che supera ogni conoscenza. Lei con il suo sposo San Giuseppe ci parlano di umiltà, di candore e di purezza e ci invitano a fare nostre quelle virtù e a cantare le grandi cose che il Signore ha fatto in loro e per ciascuno di noi. La Madre celeste ci invita a magnificare il Signore e a cantare il Natale, ad esultare per la misericordia che si stende per tutti coloro che lo temono. Dalla grotta emana il forte monito alla riconciliazione, al perdono e alla pace: abbiamo urgente bisogno di riscoprire l’amore di Dio per diventare anche noi capaci di amare. Soltanto se ci riconosciamo figlio di Dio potremmo sentirci veramente fratelli. Il Bambino della grotta ci vuole tirare fuori definitivamente dalla morsa della paura, della infelicità e dell’odio. Egli vuole spezzare le trame di violenza e di morte che ci affliggono. Vuole darci la gioia vera. Chissà che finalmente non si aprano i nostri occhi e schiudano le nostre orecchie per diventare quest’anno capaci di contemplare con amore e gratitudine il divin Redentore e riascoltare la voce degli angeli: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”. Chiediamo il dono della pace per tutti voi, per tutti noi. Chiediamo il dono della virtù dell’umiltà che ci f a tendere le mani e il cuore al Bambino della grotta nella fervente preghiera, che ci fa riconoscere poveri e umili, capaci di accogliere con amore e gratitudine il natale del Signore che viene a redimerci da tutti i nostri mali. Buon Natale a tutti!



Buon Natale a tutti.
Dai monaci del Monastero S. Vincenzo di Bassano Romano, con un ricordo in preghiera per tutti voi che per qualsiasi ragione ci avete contattato e siete in comunione con noi.

 



In monastero si trovano diversi presepi fatti da diversi monaci. Ve ne proponiamo due.


Uno dei presepi del monastero   

Uno dei presepi del monastero


 

 




Congregazione Benedettina Silvestrina
Monastero San Vincenzo M
Bassano Romano (VT)

http://sanvincenzo.silvestrini.org
email: sanvincenzo@silvestrini.org
- 2009 -