MONACI
BENEDETTINI SILVESTRINI
Bassano Romano (VT)
Maranatha,
Vieni, Signore Gesù!....
«Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse
in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era
posto per loro nell'albergo».
Viviamo il tempo delle
grandezze, della spettacolarità, delle grandi conquiste, dei
grandi
progressi della scienza e del sapere; pare che la
mente umana voglia e possa scrutare oltre gli orizzonti più
nascosti, senza limiti di sorta! Quella brama dei nostri
progenitori di voler indagare gli stessi segreti
dell’Onnipotente nutrendosi nell’Eden del frutto proibito
dell’albero della vita, dell’albero paradisiaco della
scienza del bene e del male, di poter così raggiungere la
stessa grandezza del Dio creatore, non si è ancora placata,
anzi pare aumenti a dismisura. La madre Eva difatti, sin dal
principio, è estremamente curiosa e loquace: lei vuole
"CONOSCERE", vuole scrutare. È lei che si nutre per prima
del pomo proibito, è lei che dà il nome ad ogni creatura del
mondo animale. È curiosa e loquace! Due vizzi che la
inducono al peccato. Ne stiamo pagando ancora le tristi
conseguenze e la stiamo imitando.
Maria, la fanciulla di Nazareth, l’umile ancella del
Signore, come ama definirsi, salutata da un Angelo, non sa,
NON CONOSCE, tace. Soltanto poche parole, per dare il suo
assenso alla proposta divina ed esprimere la propria fede,
poi il grande, sorprendente, lungo silenzio, che sfocia in
un canto di lode, soltanto quando si sente chiamare “Madre
del Signore”.
Maria, la nuova Eva, ci educa alla fede più autentica, a
quella luce interiore che è dono di luce all’anima, che non
presume, cha ha coscienza dei limiti della ragione umana,
che non pretende di intessere un processo al buon Dio o di
voler conoscere i suoi arcani misteri. Maria coniuga in modo
mirabile due grandi virtù cristiane: la fede e l’umiltà. Ed
è ben consapevole che così attrae le compiacenze divine,
così si svela in lei l’arcano, così si realizzano le grandi
opere del Signore. Così rifulge in lei tutto il candore e la
bellezza della Vergine Madre. Così lei ci educa e ci indica
la via regia verso la grotta di Betlemme.
In questo stesso atteggiamento noi la troviamo al Presepio.
In quella grotta rifulge tutta l’umiltà di Dio, sfolgora
l’annientamento del Figlio suo Gesù Cristo, che ha assunto
la nostra natura umana, che è stato avvolto in fasce e posto
in una mangiatoia perché non c’era posto per loro
nell’albergo!
È ancora questo il mio, il tuo, il nostro presepio di oggi.
Perché possiamo riconoscere la verità del Bambino, che giace
e geme in una mangiatoia, dobbiamo andare oltre le apparenze
di sconvolgente povertà, occorre far tacere tutte le nostre
presunzioni, le nostre smanie e le fantasticherie di
grandezza e riscoprire la serena e gioiosa bellezza nel
prostraci dinanzi ad un bambino, che riconosciamo come il Re
del Cielo, che è venuto a trovarci per far rinascere in
tutti noi la speranza di un mondo migliore. Visto il
reiterato fallimento dei palazzi dei grandi della terra, noi
sorretti dalla fede, vogliamo ripartire fiduciosi da un
piccolo umile presepe, , vogliamo ripartire da una grotta!
Vogliamo gustare di nuovo la forza vitale dell’Onnipotente
in quell’alito fecondo di vita che emana dal respiro caldo
del Bambino, quel respiro e quell’alito di amore che ci
ricrea e ci fa nuovi.
Questo è l’auguri che vi giunge da un chiostro, dal cuore
dei monaci e dei sacerdoti che da anni hanno intessuto un
bel dialogo con voi tramite la Parola di Dio nella liturgia
di ogni giorno.
Ora il Verbo, si è fatto carne ed è venuto ad abitare in
mezzo a noi. Anche nella tua casa, anche nella tua storia,
anche nella tua vita. È impossibile non far riemergere, come
un nuovo virgulto, la gioia e la speranza.
I Monaci Benedettini Silvestrini del Monastero san Vincenzo.
Bassano Romano 2013