MONACI
BENEDETTINI SILVESTRINI
Bassano Romano (VT)
Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa, mentre la notte
giungeva a metà del suo corso, il tuo Verbo onnipotente, o
Signore, è sceso dal cielo, dal trono regale.
"Dio ci ha
predestinati ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù
Cristo, questo è il suo piano di amore, a lode e gloria
della sua grazia. Egli ci ha conosciuti da sempre, e ci ha
predestinati ad essere conformi all'immagine del figlio suo;
a lode e gloria della sua grazia" (Ef 1,5 - Rm 8,29).
È I grandi della terra ci
illudono, si propongono come nostri tutori ma poi spesso ci
ingannano; misurano la loro presunta grandezza con il potere
di cui godono; traggono vanto dalle umane ricchezze e
abitano nei palazzi..., dominano sui più deboli e si alleano
con i più forti. Il profeta così li descrive: “Si
dicono
menzogne l'uno all'altro, labbra bugiarde parlano con cuore
doppio; parlano di pace al loro prossimo, ma essi vogliono
la guerra e hanno la malizia nel cuore”. In modo più
esplicito lo stesso profeta, conscio delle umane fragilità,
afferma: “Maledetto l'uomo che confida nell'uomo”. Gesù
sintetizza in modo più esplicito la sorte di chi si ritiene
“ricco”: “E' più facile che un cammello passi per la cruna
di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli”. L’uomo
infatuato dalla sua presunta grandezza, ha serrato le porte
del Cielo perché, prono sulla terra, si ritiene
autosufficiente e autonomo. Il pensiero di Dio, il Suo agire
con noi, le sue teofanie, contrastano e contraddicono
totalmente l’umana presunzione. L’Amore divino in tutte le
sue manifestazioni, è sempre adorno di grazia e di umiltà:
Dio non è nel vento, non è nel terremoto, non è nel fuoco,
ma si svela nel mormorio di un vento leggero e lo si
percepisce con l’orecchio dell’anima scevro da grevi
inquinamenti e con la lampada della fede ben alimentata.
Egli si fa piccolo per noi, più piccolo di tutti noi. La Sua
infinita grandezza, la sua onnipotenza, si svela e si
nasconde nel filo d’erba che spunta, nel seme che germoglia,
nella
farfalla che vola e ancor più in quell’alito di vita
che ci crea. Ci sorprende e ci colma di meraviglia quando
nella pienezza dei tempi, offeso dalla nostra arroganza,
vuole rendere visibile e comprensibile la Sua misericordia:
l’Amore dell’Onnipotente, perfetto, puro, inviolato si
lascia imbrattare dal nostro peccato. Per questo si spoglia
della grandezza, diventa seme creativo nel Fuoco dello
Spirito e rende feconda la Vergine incontaminata. Ed ecco il
dono: “Un bambino è nato per noi, ci è stato dato
un figlio“. Sembrerebbe insufficiente, inadeguato quanto ci
viene dato come terapia ai grandi guasti del peccato e tutti
i nostri mali: un bambino per sanare il mondo!? Non è facile
comprendere che la prima prodigiosa medicina improntata per
noi dal Signore si racchiude proprio in quella nascita, in
qual Bambino, in quella umile ancella, in quella grotta
disadorna e fredda. È una nascita che ricrea ognuno che
entrato, accetta la terapia della divina misericordia e
della grandissima umiltà nei modi con cui il buon Dio ce la
vuole donare. Entriamo insieme nella grotta, ma deponiamo
prima i nostri sogni di grandezza: è necessario inchinarsi
profondamente, prostrarsi a terra dinanzi a Colui che pur
essendo di natura divina ha spogliato se stesso per
rivestirci della dignità di figli.
Sì, è un bambino, ma se
lo contempliamo e adoriamo alla luce della fede, è il Figlio
di Dio. Egli viene a redimere l’umanità, viene a donarci la
sua stessa natura divina. Ancora chinati e proni scopriamo
l’incontenibile santa energia del Bambino, ammiriamo
Giuseppe, l’umile custode e ci beiamo dello splendore della
Vergine purissima: è la madre dei viventi: è anche la mia e
la tua Madre: se umili e piccoli, in Lei, perennemente
feconda e vergine, è possibile rinascere a vita nuova sulla
stessa impronta di Cristo. Quanta luce splende in quella
grotta! Lì cielo e terra si sono fusi da un irresistibile
vincolo di amore; lì il mondo è pulito: già possiamo
contemplare e sentire la storia redentiva della Croce perché
quel Bimbo che vagisce con la sua apparente fragilità, ha
già espiato il mio e il tuo peccato: abbiamo potuto
ascoltare il canto degli angeli, l’inno della gloria e della
pace e abbiamo compreso con infinita gioia di poter far
parte della schiera dei risorti. Usciamo ora dalla Grotta,
andiamo a vivere insieme tutta la gioia del Natale.
I Monaci Benedettini Silvestrini del Monastero san Vincenzo.
Bassano Romano 2016