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  ORA ET LABORA !  



 MONACI BENEDETTINI SILVESTRINI
 Bassano Romano (VT)


...Quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre...



Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane”, dice Don Tonino Bello. “Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli dei figli dell’uomo. Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio.

L’ora che stiamo vivendo è la stessa di quel tristissimo lungo giorno: siamo tra il mezzogiorno e le tre della nostra era! Come allora si è fatto buio su tutta la terra perché non splende più la luce di Dio nel cuore degli uomini. Il nostro Dio è nel sepolcro. Lì lo abbiamo deposto, lì vorremmo che restasse. Il nemico si è posto minaccioso dinanzi alla tomba del Cristo e vuole che Egli, né il dodici di Aprile, né mai più risorga; anzi vuole relegare nella stessa tomba l’umanità intera, facendola diventare un inferno; in quel freddo, in quel buio. Le tenebre avvolgono le coscienze e il male non trova più le naturali e soprannaturali difese; ormai dilaga e,  forse per la prima volta nella storia, il male morde se stesso per crescere a dismisura. Un vortice, un baratro senza limiti: “Un abisso chiama l’abisso al fragore delle tue cascate; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati (come il diluvio) (Sal 41,8). Satana vuole negarci la pasqua, la risurrezione di Cristo e la nostra risurrezione, per immergerci nella morte, nel suo inferno. Tenta di illuderci e di distrarci convogliando tutte le nostre attenzioni su una strana crisi economica, ma il suo ultimo nefasto programma è solo quello di inchiodare definitivamente Dio su una croce e poi rinchiuderlo in una tomba insieme a tutti i suoi figli, per sempre. L’autore del male è il serpente antico; egli è colui che, per primo, ha rinnegato Dio, ha osato osteggiarlo e ci ha aperto con la seduzione e l’inganno la via del male; egli vive nelle tenebre e sta cercando di cancellare ogni traccia d’amore; egli sta per intonare il suo tetro inno di trionfo. Attende soltanto di salire in cattedra per proclamare al Cielo e alla terra la sua definitiva vittoria: “Il male ha vinto, io ho vinto e il bene non esiste più, è morto!”; egli va ghignando: “Io sono l’unico padrone del mondo, padrone assoluto e incontrastato; l’umanità è mia e l’inferno ha esteso i suoi confini, si è impadronito del mondo, e sta per inghiottire la terra e l’universo”.

Ci accompagna, in questa lunga gelida notte, la terribile tentazione che il nostro Dio e Signore, il Padre che ci ha redenti e che ci ama, dinanzi a tanto male, si sia ritirato nel suo cielo e se ne stia muto e inerte, quasi ignaro e disinteressato della triste sorte che sta per piombarci addosso. Ci pare che la storia si sia bloccata ad un interminabile venerdì, contrassegnato dal dolore, dalla passione e dalla morte. Egli ha smesso la sua onnipotenza! “Gesù taceva!”. (Mt. 26,63) Dobbiamo pregare con il salmista: “Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto? Fino a quando nell’anima mia proverò affanni, tristezza nel cuore ogni momento? Fino a quando su di me trionferà il nemico? Guarda, rispondimi, Signore mio Dio, conserva la luce ai miei occhi, perché non mi sorprenda il sonno della morte, perché il mio nemico non dica: “L’ho vinto! ” (Sal 13) e ancora, accoratamente: “Dio, non darti riposo, non restare muto e inerte, o Dio”. (Sal 82) In verità siamo noi muti e inerti, paralizzati e accecati dal male e vittime della tentazione di raggiungere una libertà senza confini, che da sempre ci alletta e poi ci umilia e ci schiavizza perché ci priva dell’unica certezza e della vera libertà di Dio. L’onnipotenza Egli la manifesta nella misericordia e nel perdono. Egli non schiaccia, indice alla conversione, indica la via del ritorno e della salvezza. Mai violenta la nostra preziosa liberta, suo dono.

Dobbiamo superare in fretta anche l’altra terribile tentazione che ci fa pensare e credere che la passione dell’Uomo Dio sia stata consumata invano, che il vero sconfitto sia Lui, il Crocifisso. Se non siamo capaci di condividere con Cristo la sua passione, di vivere con Lui la nostra messa, accogliendo le croci di ogni giorno (Mt 16, 24), non possiamo attenderci una vita nuova, una risurrezione vera, e non saremo mai cristiani autentici. È l’amore di Dio Padre, è lo Spirito Santo che viene ad alitare la vita prima nel sepolcro di Cristo, per farlo risorgere glorioso, come vincitore del peccato e della morte, e poi dalla croce su ciascuno di noi, per trasfonderci lo stesso alito di vita, per fare di noi creature nuove, modellate sulla stessa impronta di Cristo Gesù. Quello Spirito è l’essenza stessa di Dio, è la sua forza vitale, è quel fuoco che scese sulla Chiesa nascente, riunita in preghiera con Maria nel cenacolo, è l’energia dell’Invincibile, è come un uragano inarrestabile di amore che arde, anima, illumina, se accolto nell’umiltà e nella purezza del cuore, o brucia con la stessa incontenibile veemenza per annientare il male, per purificare e per bruciare il peccato e tutte le umane sozzure. Questa è la grande terribile alternativa alla santa Pasqua. Davvero o la risurrezione e la Pasqua o l’inferno!

Forse però abbiamo ancora il tempo per purificarci, per riscoprire la via dell’umile pentimento. L’uomo presuntuoso del terzo millennio deve ancora una volta prostrarsi in fiduciosa preghiera Dobbiamo avere il coraggio di parlare di conversione, di umiltà, di ritorno a Dio. Da lui ci siamo allontanati, peccando, ora è giunto il momento di riflettere sul serio sullo stato dell’anima nostra e dire: “…mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: “padre, ho peccato contro il cielo e contro di te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi garzoni”. E il padre, pieno di amore e di misericordia verso di lui, organizzò subito una grande festa, una bella Pasqua, per l’ora di cena, perché questo suo figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato (Lc 15,11–32)” Sì, questo figlio prodigo è realmente risuscitato dentro l’anima, ha ritrovato la sua casa nel cuore stesso del Padre! Questa è la Pasqua che il Padre celeste vuole fare con ognuno di noi. Dal pascolo dei porci alla mensa dell’amore, nel suo cuore di Padre. E, se faremo come il figlio prodigo, attorno a noi rifiorirà la vita, la primavera dello Spirito, e vedremo meraviglie, quelle riservate ai figli di Dio e di Maria. …Tornerà la pace, la speranza, e brillerà la gioia vera nel cuore. Ci risentiremo vivi, giovani dentro, dei risorti in Cristo. Gusteremo la Pasqua di Risurrezione. E satana dovrà rintanarsi, e per sempre, nel più profondo delle tenebre eterne. Questo è il trionfo de Cuore Immacolato di Maria, la Pasqua del Figlio e della Madre. La nostra Pasqua. Lei a Fatima ha promesso:”…alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà e ci sarà la pace”, in te, in me, in tutti..

Alleluia! Buona Pasqua di Risurrezione!
Imploriamo la benedizione del Signore risorto su ciascuno di voi e su tutte le vostre famiglie.

I Monaci Benedettini Silvestrini del Monastero san Vincenzo.
Bassano Romano 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Congregazione Benedettina Silvestrina
Monastero San Vincenzo M
Bassano Romano (VT)

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email: sanvincenzo@silvestrini.org
- 2009 -