Essere monaco...

Il Concilio Ecumenico Vaticano II, quando parla dei religiosi, li definisce come piante rigogliose che sono cresciute nel giardino della chiesa, portando frutti copiosi di santità e asserisce ancora che essi sono un dono grande di Dio per la sua Chiesa. I fedeli stentano a comprendere le differenze dei numerosi ordini religiosi.
Alcuni riescono ad individuarli solo dall'abito che indossano o da altri segni esterni. Chi è il monaco? E una persona che
ha scelto di vivere nel monastero praticando i voti e impegnandosi in una assidua ricerca di Dio. Egli, come dice san Benedetto, per tutta la vita alacremente opera un gioioso e faticoso ritorno sulla scia di un popolo, che, liberato dalla schiavitù, si muove verso la terra promessa e che ha trovato in Cristo una nuova e definitiva alleanza. E' coadiuvato in quest'opera da tutte quelle norme che vengono proposte dal grande patriarca san Benedetto nella reinterpretazione del nostro fondatore san Silvestro. Il monaco si forgia tra le mura del monastero, ma non è estraneo al mondo, anzi ne ascolta i gemiti e le richieste ed ogni giorno le presenta a Dio nella preghiera. Egli vuol essere un testimone della bontà e della misericordia di Dio. Liberamente si assoggetta alla volontà divina e cerca umilmente di conoscerla, avendo come punto di riferimento la parola rivelata. Se realizza appieno il proprio ideale, egli diventa "un uomo di Dio".

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