MONACI
BENEDETTINI SILVESTRINI
Bassano Romano (VT)
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Monastero...
Un
Nuovo Sacerdote Don Marco
Primo
Sacerdote congolese della nostra Comunità.
L’ordinazione sacerdotale di D. Marco Mbouiti avvenuta sabato sera 2 Luglio a S. Vincenzo è stato un evento da ricordare e su cui riflettere.
D. Marco è il primo monaco Africano ad essere ordinato sacerdote nella nostra Congregazione Silvestrina. La sua ordinazione si è svolta in un contesto e in un’atmosfera del tutto
particolari. C’era infatti nel clima sacrale della solenne Liturgia ben preparata una meravigliosa fusione di persone e di elementi culturali. Il vescovo ordinante era Africano venuto appositamente per consacrare sacerdote questo suo primo monaco. Il folto gruppo presbiterale che lo circondava era il più vario e rappresentativo che ci si potesse attendere. Assai notevole fu il fatto, assai apprezzato, che Il vescovo condusse quasi tutta la lunga liturgia in Italiano, nonostante il notevole sforzo che egli dovette fare.
Stupendo fu il coro Africano con delle splendide voci, esuberante e allo stesso tempo carico di devozione e trascinante. La partecipazione dei numerosi fedeli Africani presenti così piena ed irrompente era in forte contrasto con la risposta alle volte così tiepida e scolorita delle nostre assemblee con i loro inni spesso svuotati di ogni contenuto teologico. I movimenti ritmici del loro corpo era contagioso, e diversi dei fedeli italiani si abbandonarono ad essi. Una vera fusione, un ritrovarsi in qualche cosa di fondalmentamente comune. E in fine Marco, che nel suo ringraziamento alla fine della Messa disse di parlare ora da uomo maturo. Si a me pare che proprio in lui e principalmente in lui si è operata quella fusione che è lo scopo il desiderio della Chiesa, di Cristo e quindi di ogni comunità.
Da un tale contesto celebrativo non possono non sorgere delle riflessioni e degli interrogativi. Che significato ha un tale evento per il monastero, per la Congregazione? Come Cristiani e specialmente come uomini sempre in contatto con le cose di Dio e il suo operare nella storia, non crediamo al “caso”. Niente avviene “per caso”. Allora penso che la prima cosa che questo evento ci dice sia di pregare perché lo Spirito Santo ci illumini, ci guidi.
La seconda riflessione che mi è venuto da fare è sull’immensa vitalità e ricchezza umana dell’Africa. Proprio in questi giorni si sono per così dire accese le luci sull’Africa; dal Papa al G8 si parla di aiuti a questo immenso continente così abbandonato dai ricchi! Che enorme investimento è quello che si può fare in Africa! E non penso solo o
principalmente alla politica o all’economia, o allo sviluppo, ma alla chiesa, alla Congregazione. E a questo punto ritorno all’interrogativo: Con quale fede, con quale spirito e con quale impegno e amore investiamo in Africa? Soprattutto cosa offriamo, cosa diamo?
Non è la prima volta che la nostra Congregazione Silvestrina si trova di fronte a una situazione del genere: ricordiamo gli “investimenti” nel Ceylon (1845) e in USA (1910). Anche allora grande interrogativi, grande incerti, ma anche allora grande coraggio e grane speranza. Scommettere sulla speranza non può mai perdere. Ma la speranza su cui si scommette è quella dello Spirito che non delude. Solo questa ci da certezza anche nelle insicurezze delle nostre situazioni.
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particolari. C’era infatti nel clima sacrale della solenne Liturgia ben preparata una meravigliosa fusione di persone e di elementi culturali. Il vescovo ordinante era Africano venuto appositamente per consacrare sacerdote questo suo primo monaco. Il folto gruppo presbiterale che lo circondava era il più vario e rappresentativo che ci si potesse attendere. Assai notevole fu il fatto, assai apprezzato, che Il vescovo condusse quasi tutta la lunga liturgia in Italiano, nonostante il notevole sforzo che egli dovette fare. 
principalmente alla politica o all’economia, o allo sviluppo, ma alla chiesa, alla Congregazione. E a questo punto ritorno all’interrogativo: Con quale fede, con quale spirito e con quale impegno e amore investiamo in Africa? Soprattutto cosa offriamo, cosa diamo?